Come analizzare la qualità dei Backlink

Analizzare la qualità dei backlink

I backlink sono ancora oggi il parametro principale con cui Google attribuisce autorità ad una pagina. Di conseguenza la link building in tutte le sue forme (link earning, link baiting, ecc.) è ancora parte fondamentale dei servizi SEO e necessita di un monitoraggio continuo al fine di ottimizzarla oggi ancora più di prima (i riferimenti a Penguin sono del tutto casuali).
Vi sono diversi modi per analizzare la qualità dei backlink, vediamone alcuni di sicuro interesse.

Come valutare tecnicamente un backlink?

Dal punto di vista tecnico, un consulente SEO nell’analizzare i backlink o potenziali fonti di link potrebbe limitarsi a studiare i seguenti parametri:

  • il PageRank della risorsa che linka;
  • la presenza o meno dell’attributo nofollow;
  • il testo di ancoraggio (pregiato/transazionale, brandizzato, navigazionale/direzionale);
  • la rilevanza tematica della risorsa che linka rispetto alla risorsa linkata;
  • la lingua della risorsa che linka;
  • la domain autority, la page autority, il trust flow, ecc. della risorsa che ci linka;

Tutte queste caratteristiche elencate interessano esclusivamente al SEO che svolge l’attività di link builder, mentre al cliente interessa esclusivamente il valore commerciale dei backlink del suo sito.

Personalmente ritengo che spiegare ad un cliente la differenza tra un attributo NoFollow o DoFollow sia spesso superfluo e uno spreco di energie per entrambi.

Per tale ragione queste metriche ritengo sia meglio utilizzarle come parametri per report interni o durante attività di link pruning.

Veniamo ora a spiegare come valutare il valore commerciale di un backlink.

Qual è il valore commerciale di un backlink?

Valutare il valore commerciale di un backlink in modo scalabile è piuttosto complesso, ma sicuramente un backlink che genera traffico e conversioni ha un alto valore poiché ha sicuramente raggiunto il suo scopo commerciale.

Di conseguenza per valutare il valore commerciale di un backlink basta andare in Google Analytics al seguente percorso:

  • Acquisizione > Tutti il trattico > Referral.

La prima cosa da verificare consiste nell’individuare quali domini hanno portato visite al proprio sito e quali no, per poi approfondire le analisi verificando a quali domini sono attribuite le conversioni.

Analizzando il profilo di backlink con uno strumento di link intelligence (Ahrefs, Majestic, Moz, ecc.) presto vi renderete conto che vi potrebbe essere un’importante discrepanza fra la totalità dei link in entrata e i referral segnati da Analytics e che quindi: non tutti i link in entrata sono anche referral.

Questa è una situazione piuttosto tipica, poiché non tutti i backlink inviano realmente traffico al sito linkato e di conseguenza Google Analytics non li registra come referral.

Solitamente le fonti di questa tipologia di backlink sono directory gratuite e a pagamento, siti di article marketing, contenitori di guest post e altre fonti tutte accomunate da due criteri principali:

  1. la bassa qualità di queste fonti;
  2. la scarsità/nullità di traffico apportato al sito linkato.

Quando la strategia di link building è di alta qualità avrà come conseguenza che l’aumento del numero dei backlink comporterà anche un aumento dei domini referral, del traffico e delle conversioni al sito linkato.

Analisi del traffico Referral

L’analisi del traffico Referral è il modo migliore per valutare le prestazioni di una strategia di link building e quindi della SEO off page.

Prima di iniziare la nostra analisi, dobbiamo tener conto che non tutto il traffico referral potrebbe provenire dalla campagna di link building.

Infatti, potrebbe dipendere da altre campagne di marketing effettuate dal cliente, come campagne Google Ads, di affiliazione, tramite i Social o anche derivanti dai media tradizionali.

La prima cosa da fare quando si analizza il traffico Referral per valutare le strategie di link building, consiste nell’escludere:

  1. Tutti gli altri siti che sono di proprietà del cliente;
  2. Tutti i siti web affiliati;
  3. I domini riconducibili ad eventuali campagne Google Ads sulla rete display. Quando si esegue una campagna sulla rete display di Google Ads, si potrebbe ottenere traffico da altri siti web registrati anche come traffico referral da Google Analytics (Youtube, Ask, etc.).
  4. Tutti i domini referral che potrebbero derivare da altre campagne di marketing (media tradizionali e new media).

E’ importante quindi creare segmenti avanzati al fine di escludere tutti questi domini dal proprio report sul traffico referral in Universal Analytics, per valutare in modo oggettivo le performance delle campagne di link building.

Una volta raccolti tutti i dati grezzi bisogna scaricarli per poi elaborarli in excel o in un foglio di lavoro Google Docs e creare grafici esplicativi.

I grafici per valutare la qualità dei backlink

Il primo dato da analizzare è quello relativo al numero di domini referral:

grafico numero domini referral

Questo grafico è molto utile per comprendere la tendenza in termini numerici dei domini referral. I domini referral sono aumentati o sono diminuiti?

Il secondo grafico riguarda le visite provenienti dai referral:

grafico visite referral

In questo modo è possibile comprendere se all’aumentare dei domini referral aumenta anche il traffico proveniente da tali fonti e viceversa.

Segue il grafico che ci permette di confrontare i domini registrati da Analytics come referral con la totalità dei domini che ci linkano:

grafico domini referral vs domini backlink

Ora possiamo renderci conto del trend qualitativo della nostra strategia di link building: maggiore sarà la differenza fra numero dei domini referral rispetto a quello della totalità dei domini che ci linkano, minore sarà la qualità della strategia di link building.

Un altro grafico molto utile è quello che mette in relazione le visite provenienti dai referral con la frequenza di rimbalzo:

grafico referral vs frequenza di rimbalzo

Questi dati ci aiutano maggiormente a capire la bontà delle nostre attività di link builder dove maggiore sarà la frequenza di rimbalzo causata dalle sessioni referral, minore sarà la qualità dei backlink.

In seguito con maggiori approfondimenti, sarà possibile analizzare quali referral sono causa di questo aumento della frequenza di rimbalzo e poi effettuare le opportune valutazioni sulla bontà di questi backlink.

Conclusioni sull’analisi dei Backlink

Queste sono le basi per analizzare la qualità dei backlink, prassi che ci aiuta a valutare le strategie di link building ma anche per riemergere da eventuali penalizzazioni.

Se conosci altri metodi non esitare ad inserirli nei commenti, potrebbero nascere spunti interessanti!

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Valentino Mea

  • Esperto di Search Marketing dal 2009 con migliaia di progetti SEO e Google Ads dimostrabili gestiti.
  • Supporta Aziende nazionali e internazionali nello sviluppare business sostenibili e redditizi, tramite il Marketing sui Motori di Ricerca.
  • Ad oggi ha formato 932 consulenti SEO e Google Ads, autonomi e dipendenti.
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  • Ideatore del Video Corso “Diventare SEO” il 1° corso in Italia che insegna in modo pratico la SEO e come monetizzare le competenze.
  • Fondatore della SEO Membership® l’unica community privata dove si incontrano ogni settimana imprenditori, colleghi e aspiranti per discutere di SEO e business online.
  • Dal Novembre 2013 condivide tutorial pratici e la sua esperienza nel settore su questo blog.

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Commenti (6)

    • Ciao Stefano,
      una grossa differenza fra backlink e referral significa sicuramente che la campagna di link building è di bassa qualità oppure, più semplicemente, che è ininfluente ai fini di ranking. Le penalizzazioni sono un discorso più complesso che dipendono da molteplici fattori e paradossalmente potresti essere penalizzato anche da un backlink proveniente da una risorsa autorevole e che ti porta traffico. A presto.

  • Ehi ottimo articolo, finalmente ho compreso la differenza tra backlink per scopo Seo e backlink per uso commerciale. Insomma ora mi sarà più facile analizzare il profilo backlink dei siti web in base allo scopo che bisognerà raggiungere.

    Grazie per l’articolo, molto esplicativo e ben scritto!

  • Grazie per questo articolo, Valentino! Un buon metodo di controllo sia per gli addetti ai lavori (che però mi auguro stessero già usando tutti!) e per i clienti. Dalla tua esperienza, in che percentuale i backlinks creati durante una campagna riescono ad essere anche “di valore commerciale”? La mia impressione è che sia sempre molto complesso indovinare le connessioni giuste, per non parlare dell’ottenerle. Io però mi occupo chiaramente più di content che di campagne di linkbuilding…

    • Ciao Francesca,
      mi fa piacere il tuo commento in quanto utilizzo la vostra piattaforma da oltre un anno e mi trovo piuttosto bene.
      Nelle campagne di link building che nascono solo ai fini di ranking, ho notato che non si supera 3-4%.
      Qualora i link nascono per promuovere realmente il prodotto oltre che al ranking di eventuali keywords, le percentuali aumentano con vantaggi molto più reali per il cliente.
      Confermo la tua impressione e aggiungo che per trovare le connessioni giuste e se si vogliono aumentare i referral, occorre programmare molte ore di ricerca e non pensare solo al ranking come fine, ma concentrarsi più sulla performance finale del sito (lead, sale, etc.)

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