Le campagne SEM (Search Engine Marketing) prevedono la combinazione di attività SEO e SEA al fine di aumentare il traffico qualificato proveniente dalla SERP dei motori di ricerca.
In questo articolo vedremo perché orientarsi verso questa tipologia di campagna e come il PPC (pay per click) aiuta il corretto svolgimento dei servizi SEO attraverso i dati fondamentali che ci fornisce l’account Google Ads.
SEO (Search Engine Optimization): si intendono l’insieme delle attività di ottimizzazione di un sito web con l’obiettivo di incrementare il traffico organico o naturale proveniente dai motori di ricerca.
In Italia l’unico motore di ricerca per cui conviene ottimizzare un sito è Google il quale assorbe il 97% delle ricerche degli utenti.
SEA (Search Engine Advertising): si intendono l’insieme delle attività relative alla gestione di campagne pubblicitarie di link sponsorizzati nei risultati a pagamento dei motori di ricerca.
Google Ads (ex AdWords) è la piattaforma principale tramite la quale si svolgono campagne SEA, ma ci sono tanti altri circuiti come ad esempio Bing Ads di Microsoft.
E’ l’insieme di queste discipline a comporre una campagna SEM e sono entrambe volte ad acquisire visibilità tramite i motori di ricerca e vi sono numerosi vantaggi nel pubblicizzarsi con Adwords così come tramite il canale organico attraverso una campagna SEO.
Da quando Google nel Settembre del 2013 ha deciso di estendere il protocollo https a tutte le query effettuate sul motore di ricerca e quindi di crittografare anche le ricerche effettuate dagli utenti non loggati ai servizi di Google, non abbiamo più dati sulle parole chiave che ci portano traffico e che portano a conversione (link ufficiale).
L’unico modo per avere dati certi in tal senso è intraprendere campagne di PPC su Google Ads, in quanto solo nell’account di AdWords e/o tramite accesso API sarà possibile visionare i dati sui termini organici, come vedremo più avanti.
Senza dubbio, il successo di qualsiasi strategia SEO dipende principalmente dalle parole chiave che abbiamo selezionato e su cui si lavorerà per il posizionamento del nostro sito.
Bisogna tener presente che ci potrebbero volere diversi mesi prima di raggiungere la prima pagina dei risultati di ricerca e se abbiamo selezionato e ottimizzato il nostro sito per parole chiave che non generano il traffico e/o le conversioni previste, allora tutto il nostro lavoro, così come gli sforzi economici del nostro cliente, saranno stati praticamente inutili.
I tools di ricerca keywords possono fornirci metriche sul volume di ricerca e trend, ma nessuno potrà dirci in anticipo quale parola chiave converte in base al tipo di prodotto/servizio che promuoviamo.
In parole semplici: nessun tools potrà indicarci quali parole chiave sono redditizie per la nostra attività e quali, invece, non lo sono.
Per tali ragioni conviene da tutti i punti di vista testare le parole chiave selezionate ai fini SEO con una campagna PPC pilota su Google Ads proprio per stabilire quali convertono o meno, al fine di selezionare le keywords più performanti per la nostra campagna SEO e non sbagliare.
In quest’ottica orientarsi verso una campagna SEM significa non solo ottenere i vantaggi immediati del PPC, ma anche avere metriche importanti in fase di intelligence in ottica SEO.
Query esatte: dopo pochi giorni dalla partenza di una campagna Adwords è possibile scoprire le query esatte che gli utenti digitano su Google per trovare i servizi che proponiamo, riducendo di molto il lavoro dedicato alla ricerca.
A tal fine è necessario generare dal proprio account Google Ads un rapporto Termini di ricerca, il quale mostra le query precise che gli utenti hanno digitato prima di cliccare clic sugli annunci.
Questo rapporto oltre a fornirci le parole chiave che realmente generano traffico e conversioni in Google Ads, ci permette di determinare tutta una seria di keywords long tail che difficilmente sarebbero state individuate con un qualsiasi altro tool.
Keywords brandizzate: mediante una campagna PPC è possibile ottenere i dati per stabilire se vale la pena di puntare su keywords brandizzate (termine + nome brand).
Se i termini brandizzati convertono meno rispetto a quelli non brandizzati oppure se non portano clic in quanto non ricercati, questo significa che il nostro cliente ha gravi problemi di branding e che, di conseguenza, non conviene puntare su questa tipologia di keywords.
Geolocalizzazione: attraverso una campagna PPC su Google Ads è possibile testare le medesime keywords in zone geografiche diverse e testare variazioni delle stesse al fine di scoprire in una precisa zona geografica quale parola chiave converte di più.
Questo è molto utile nelle strategie SEO multilingua focalizzate in paesi diversi che parlano la medesima lingua (ad es. l’Inglese è parlato nel Regno Unito, in Australia e negli Stati Uniti, così come lo Spagnolo è parlato in Spagna, in Messico, in Perù, etc).
Previsioni realistiche sul traffico e sulle conversioni: i dati esatti sul volume di ricerca e sulle conversioni di determinate keywords, ci permettono di creare proiezioni realistiche circa le conversioni che un eventuale aumento del ranking/traffico organico comporterebbe.
Tramite gli strumenti tradizionali come il “Keyword Planner” è possibile conoscere le medie delle ricerche mensili di un determinato termine, ma non fornisce alcun tipo di dato sulle conversioni.
Quali landing page funzionano: attraverso le campagne PPC è possibile ottenere un feedback immediato sulle pagine di destinazione del sito sponsorizzato, vedere quali convertono e stabilire, invece, quali vanno modificate nel design e/o nei contenuti al fine di trovare la formula che assicura maggiori conversioni.
Aumento del traffico organico brandizzato: i dati di Google Analytics mi hanno confermato che spesso gli utenti che fanno clic sugli annunci tornano in un secondo momento sul sito tramite la ricerca organica attraverso query di tipo navigazionale.
Come abbiamo visto, tramite Google Ads è possibile valutare l’efficacia della nostra strategia SEO in anticipo, selezionare le keywords più performanti senza commettere errori, individuare e modificare le landing page che non convertono e tante altre cose che ci permettono di avere un vantaggio competitivo sui nostri competitor.
Optare per una campagna SEM significa non porsi i limiti di una scelta univoca e migliorare le attività di posizionamento organico che con il tempo ci forniranno un ROI migliore e duraturo.
Se conosci altri vantaggi che Google Ads fornisce alla SEO, non esitare ad inserirli nei commenti, potrebbero nascere spunti interessanti.
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Volevo chiederti ma se io compro 16000 visite al sito web magari che durano meno di 5 secondi mi aiuta il posizionamento SEO?
Buongiorno Samuel,
questo tipo di visite non serve a nulla e non fornisce alcun giovamento al posizionamento.
Molto interessante il tuo post, grazie Valentino.
Una domanda: per vedere quali parole chiave convertono di più e valutarne la posizione media, non si potrebbero usare i Google Webmaster Tools?
Secondo me, anche senza entrare nel dettaglio di una campagna pilota su AdWords, già così se ne possono desumere informazioni importanti e strategiche.
Ciao Emanuele,
sicuramente la sezione query in GWT o in GA è utilissima soprattutto per la posizione media, per questo è sempre necessario collegare gli account, però non permette di testare in anticipo le parole chiave, cioè prima di iniziare, in quanto se vi sono i dati significa che il tuo sito è già visibile per quelle query, cioè già si è iniziato a lavorare per posizionare quei termini o termini simili. Inoltre non fornisce dati sulle conversioni in maniera diretta. Queste sono tutte caratteristiche che invece una campagna SEM ti può fornire e che ti permette di “giocare sul sicuro” ed è per questo che nell’articolo parlo di vantaggio sui competitor i quali potrebbero investire su keywords che potrebbero rivelarsi un flop col tempo.