Il cloaking è l’attività che consiste nel mostrare contenuti differenti a seconda dello user agent che richiede una determinata risorsa web. Un esempio di applicazione consiste nel mostrare ad un utente umano un contenuto mentre ai bot dei motori di ricerca un altro maggiormente ottimizzato ai fini di ranking.
Questa pratica è deprecata dai motori di ricerca e rientra nelle tecniche di spam che vengono penalizzate da Google, ma allo stesso tempo è vistosamente tollerato in alcuni casi.
Prima di continuare la lettura, al fine di godervi l’articolo al meglio, vi consiglio di leggere la documentazione ufficiale di Google sull’argomento.
L’uso di questa tecnica a secondo dei casi può comportare la penalizzazione dell’intero sito oppure una penalizzazione parziale che coinvolge le sole pagine compromesse.
Per maggiori informazioni puoi approfondire leggendo la guida: Penalizzazioni di Google: come individuare e uscire da una penalizzazione.
Vi sono casi in cui le attività di cloaking non comportano penalizzazioni.
Uno di questi è quando la medesima risorsa mostrerà contenuto in lingua diversa in base all’IP di provenienza dell’utente, in modo da mostrargli il contenuto testuale nella sua lingua di riferimento col fine di migliorare la user experience.
Al fine di mostrarvi il cloaking che Google pratica sulle serp, utilizzeremo per comodità due componenti aggiuntivi di Firefox:
In questo esempio dopo aver effettuato la query “google cloaking”, l’estensione SEO Doctor segnala che i link presenti nella serp sono 132 di cui 79 interni e 53 esterni:
Ora cambiamo l’user agent con la MozBar e settiamolo su Googlebot come nell’esempio:
subito dopo aggiornando la pagina ci rendiamo conto che qualcosa e cambiato:
Come potete vedere vi sono 2 serp parallele: una per noi utenti ed una per i bot dei motori di ricerca.
Anzi, a dir la verità, se ci camuffiamo da Baidu spider o da Yandex i link diventano solo 78 (70 interni e 8 esterni), con la conseguente evidenza che vi sono ulteriori serp diverse che mutano al cambiare del bot che le visita.
Amazon è il colosso mondiale del commercio elettronico, domina le serp e pratica cloaking tranquillamente da anni senza essere penalizzato.
In questo esempio, se andiamo nella categoria “Informatica” di Amazon.it il numero di link visualizzato è di 506 di cui 479 interni e 27 esterni:
Ora, se ci camuffiamo da Googlebot tramite la MozBar anche in questo caso cambia il numero di link, il quale diminuisce a 497 (467 interni e 27 esterni) con un risparmio di 9 link in meno.
Vi è anche un altro particolare che cambia radicalmente: la struttura degli URL.
Camuffati da Googlebot, infatti, gli URL sono completamente riscritti, presentano pochissimi parametri rispetto alle url mostrate agli utenti reali (praticamente tutti i parametri che vede l’utente non vengono visti dal bot).
Quindi abbiamo 2 siti paralleli:
Le linee guida di Google vietano questo tipo di gestione degli URL con parametri, inoltre lo stesso Google ci suggerisce di gestirle tramite il pannello di Google Search Console.
Magari, il signore in questo video potrebbe fornirci una spiegazione coerente:
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Sono Valentino Mea, esperto di Search Marketing a livello professionale dal 2010. Supporto Imprenditori e Liberi Professionisti nello sviluppare progetti web seri, sostenibili e redditizi, attraverso l’erogazione di:
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